“Se vuoi scoprire come agisce e perché funziona il Touch Care, gesto manipolatorio utilizzato in Touch Balance Technique, questo è l’articolo che fa per te!”
A differenza degli altri articoli l’argomento è più specifico e prettamente indirizzato ai miei colleghi terapisti che vogliono conoscere TBT, una tecnica che NON è una delle tante, di rilascio miofasciale, conosciute.
Il Touch Care agisce stimolando i recettori della pelle e della fascia superficiale che, collegata al resto dei tessuti corporei, propaga i segnali nelle strutture sottostanti.
I vasi e i nervi sono chiusi nel sistema fasciale che li protegge portandoli fino agli strati profondi, ben protetti contro ogni tipo di lacerazione.
La fascia superficiale è adesa alla pelle e cattura il grasso superficiale che ha uno spessore variabile dipendente dalla regione corporea (per questo bisogna adattare la pressione del Touch Care in base ai punti trattati).
Il sistema fasciale superficiale è formato da una rete che si estende dal piano sottodermico fino alla fascia muscolare (si collega al sistema miofasciale) formando insieme un’unità funzionale.
I cambiamenti, favorevoli e sfavorevoli (nel comportamento funzionale), statico e dinamico del sistema fasciale superficiale hanno influenza direttamente sulla meccanica del sistema miofasciale muscoloscheletrico dove ognuna delle parti risente dell’influenza dell’altra.
Nel sistema fasciale superficiale sano la pelle può muoversi facilmente sulla superficie dei muscoli.
Nella fibromialgia o nel dolore miofasciale cronico, quasi sempre la fascia è adesa senza possibilità di spostamento libero.
La presenza di numerosi recettori nel sistema fasciale, includendo i recettori del dolore, può indirizzare la ricerca del dolore relazionato con la fibromialgia non solo verso il dolore registrato dai recettori ubicati nel muscolo, ma anche verso quello che proviene direttamente dalla fascia.
Infatti ho utilizzato e utilizzo TBT sui pazienti fibromialgici ottenendo spesso grandi benefici nel migliorare la loro qualità di vita.
La fascia ha vita propria, con capacità di sviluppare le sue proprie reazioni e i suoi propri movimenti grazie alla presenza di un’abbondante rete nervosa, così come di numerose cellule muscolari lisce.
I recettori intrafasciali (meccanorecettori fasciali) si dividono in tre gruppi:
Il primo gruppo è formato dai grandi corpuscoli del Pacini che sono sensibili alle variazioni rapide e alla vibrazione. Sono i recettori che reagiscono quando si utilizzano manipolazioni con impatto (thrust) e le tecniche vibratorie.
Il secondo gruppo è rappresentato dagli organi del Ruffini che rispondono anche agli impulsi lenti e alle pressioni prolungate.
I recettori del Ruffini si attivano specialmente applicando le forze tangenti e quelle realizzate in direzione trasversale.
Questo tipo di stimolazione diminuisce l’attività del sistema nervoso simpatico con un profondo effetto rilassante.
Il terzo gruppo è quello che viene stimolato anche attraverso le SOFT LINES ed è formato dalle terminazioni libere delle fibre sensitive di tipo III (mieliniche) e IV (demielinizzate).
Questi recettori, denominati recettori muscolari interstiziali, trasmettono l’informazione sensitiva dal sistema miofasciale verso il sistema nervoso centrale.
I recettori muscolari interstiziali sono per il 90% quelli di tipo IV e, come i meccanorecettori, rispondono alla pressione e alla tensione meccanica.
Alcuni di essi, essendo riceventi di bassa soglia, rispondono a un impulso meccanico eccessivamente dolce, come quello dato da una pennellata (SOFT LINES), generando una risposta autonoma che può manifestarsi con cambiamenti nei ritmi cardiaco e respiratorio, come al livello della pressione arteriosa.
Un’altra osservazione importante è relativa all’innervazione e alla connessione diretta della fascia con il sistema nervoso autonomo.
Il tono fasciale può essere influenzato e regolato dallo stato del sistema nervoso autonomo così come uno stimolo meccanico del sistema fasciale può indurre un effetto sul sistema nervoso autonomo, in generale, e su tutti gli organi da questo regolati.
Da cosa è composta la fascia (tessuto connettivo)?
Il principale componente è la sostanza fondamentale, simile a un gel, nella quale sono immerse differenti cellule e fibre.
Le cellule rappresentano circa il 20% del volume di tutto il tessuto connettivo.
Interessante è sapere che il cortisone, nella fase iniziale del processo infiammatorio, può inibire la funzione dei macrofagi (cellule che preparano una ferita per il processo di cicatrizzazione) e ritardare la produzione delle fibre indispensabili per la cicatrizzazione.
La matrice extracellulare è il mezzo nel quale crescono , vivono e si muovono le cellule e si compone di due elementi principali:
- l’elastina che è una proteina che permette di disporre di sufficiente elasticità in punti specifici (tendini, legamenti, pelle, arterie)
- il collagene che è una proteina, abbondante nel corpo, che assicura alla fascia la forza e la protezione dagli stiramenti eccessivi. Sono fibre flessibili ma, individualmente, non sono elastiche.
La sostanza fondamentale occupa tutto lo spazio situato tra le cellule e le fibre del tessuto connettivo ed è una specie di sostanza gelatinosa composta da glucosamminoglicani (GAG) e da un gran contenuto di acqua.
Le GAG hanno proprietà idrofile cioè attraggono acqua verso l’interno del tessuto e permettono che questo si riempi garantendo un mantenimento corretto delle proprietà meccaniche del tessuto connettivo.
Come agisce il Touch Care?
Il Touch Care è il gesto manipolatorio alla base di tutto il trattamento TBT e si basa anche sulla stimolazione dei recettori intrafasciali di cui ti ho parlato poco fa.
Il Touch Care è composto da diverse fasi:
La prima fase è il contatto con la pelle e il suo spostamento in tutte le direzioni, è importante rimanere sulla pelle e non cercare di andare troppo in profondità (serve adattarsi alle zone corporee in base al grasso presente).
Questa fase, rotatoria della pelle, stimola tutti gli elementi contenuti dentro la matrice extracellulare aumentando il metabolismo locale e producendo un effetto piezoelettrico che si diffonde per l’intera matrice (effetto disintossicante e di conduzione elettrica).
Allo stesso tempo si richiama l’attenzione del sistema nervoso centrale grazie all’attivazione delle cellule di Merkel (cellule recettoriali di forma ovale presenti nella pelle) e dei corpuscoli di Meissner (recettori sensoriali formati da terminazioni nervose incapsulate, di forma ovale, anche chiamati corpuscoli tattili).
La stimolazione deve essere “strana”, “intensa”, “unica” (insegnata nei Corsi online TBT) per superare la barriera della formazione reticolare (coinvolta nel controllo di molte funzioni del sistema nervoso vegetativo, tra cui quelle cardiocircolatorie, respiratorie e gastrointestinali, nella modulazione di riflessi muscolari mediati dai nervi cranici, nella modulazione della nocicezione, nella regolazione degli stati di coscienza e dei ritmi sonno-veglia).
La seconda fase sfrutta la trazione, la più possibile concessa dalla pelle, utile per stimolare i corpuscoli di Ruffini (particolarmente attivi quando stimolati con forza tangenziale) con la conseguente inibizione del sistema nervoso simpatico.
La terza e ultima fase è un “colpo di frusta” che sposta di colpo la pelle nella direzione opposta producendo il vero adattamento e scarico dei corpuscoli del Ruffini, contribuendo a un ulteriore inibizione del sistema nervoso simpatico.
- Il Touch Care,
- le Soft Lines,
- le mappe corporee con i punti e le direzioni da stimolare,
- l’utilizzo della mano di contrappoggio,
- la metodologia e i casi clinici per curare i dolori funzionali
puoi apprenderli grazie ai Corsi Online TBT.
“Touch Care: il potere alchemico di trasmutare un Tocco in GUARIGIONE”
Molto interessante ,ma difficile e complicato da ricordare.E’ necessario leggerlo rileggerlo più e più volte. Almeno per me.