Era una mattina come tante altre, quando stai lavorando nel tuo studio e i pazienti si susseguono secondo programma.
Immagino che tutti i miei colleghi osteopati abbiano manipolato amici e conoscenti nei luoghi più strani e con “lettini di fortuna” (pavimento, letto, tavolo, ecc).
Quando sei un’osteopata molti pensano che, in qualsiasi situazione ci si trovi, sia possibile imporre le mani, fare due manipolazioni e via che tutto è a posto.
Il problema è differente quando il soggetto che ti trovi di fronte ha dei dolori seri e non si può gestirli con leggerezza su una sdraio ai Caraibi mentre si sorseggia un buon coca e rhum (mi trovavo a Cuba).
Squilla il telefono, è una mia paziente che mi chiede un consiglio per sua madre che si trova seduta in macchina pronta per andare al pronto soccorso.
M:”Silvia cosa possiamo fare? Io e mio cugino abbiamo caricato in macchina mia madre, con una fatica pazzesca, perché da ieri ha un dolore fortissimo che parte dal ginocchio sinistro e scende lungo la gamba fino al piede. Non riesce a camminare!”
Io: “Ciao Michela (nome cambiato per privacy), che è successo? E’ caduta? Ha subito un trauma particolare?”
M: “No, nulla di nulla. So solo che era in infradito che camminava in giardino e ha fatto una discesa su un pezzo di scarpata ma senza avere sentito niente di strano in quel momento. Magari non è neanche quella la causa. Dopo poche ore ha cominciato ad avvertire un dolore che poi è aumentato tantissimo”
Io:”Ok, se non ha subito nessun trauma evidente è inutile che andiate al pronto soccorso. Portala da me subito e se non migliora allora passate un piacevole pomeriggio nella sala d’attesa del pronto soccorso”
M:” Arriviamo! C’è solo un piccolo problema…non so se riusciremo a farla scendere dall’auto!”
Io:” Ti apro il cancello grande ed entrate con l’auto, poi vediamo che fare”
Per accedere al mio studio c’è un test d’ingresso da superare: almeno 50 metri di camminata e diversi gradini.
Squilla il citofono, apro il cancello, entrano in macchina, aprono la portiera dal lato della madre dolorante, appoggia il piede sano (il destro) sugli autobloccanti del cortile e … FINE, da lì non si schioda.
Neanche il test del primo gradino ha passato! La situazione è seria.
Signora sopra i 60 anni, in grave sovrappeso e che non riesce ad appoggiare a terra il piede sinistro.
Michela e suo cugino sono alti e forti (il cugino è un allenatore di rugby) eppure sono riusciti solo a fare scendere dall’auto la madre.
Che fare?
Fino a qualche anno fa non avrei saputo che fare di fronte a quella situazione: in cortile davanti al garage con una donna con dei dolori lancinanti alla gamba sinistra per una causa sconosciuta (mi ha valutato il dolore come un 10 su una scala da 0 a 10).
Guardo quei 6 occhi supplichevoli (ricordati che erano in tre, non è che la signora sia un’aliena con occhi ovunque) e corro nel mio studio a recuperare una sedia.
Una volta fatta accomodare la signora sulla sedia davanti al mio garage, sfodero l’unica potente arma in mio possesso per gestire quella particolare situazione: Touch Balance Technique
Allora, non è che l’osteopatia classica non sia valida in queste situazioni ma ero di fronte a:
- dolore acutissimo senza una causa evidente
- donna non più giovanissima e in grave sovrappeso
- appena ho provato, con estrema delicatezza, a ruotare un po’ la gamba il dolore si acutizzava
- ritenzione idrica/problemi circolatori
In questo situazione non conviene fare manipolazioni “aggressive”.
TBT è perfetto, muovo solo leggermente la pelle nella direzione giusta (ricavata dopo una brevissima anamnesi) con la mano sinistra e con la nocca del dito indice destro effettuo il gesto vibratorio nei punti neuro cutanei del ginocchio e del piede.
Dopo due minuti di “terapia da garage”, Michela e il cugino si distraggono per andare a vedere dei bambini che stavano giocando nel giardino adiacente al mio.
Immagina la scena:
- Madre dolorante seduta sulla sedia con la terapista (io) in ginocchio che, ai loro occhi, sta sfregando il ginocchio e il piede incriminati
- Michela e il cugino che si distraggono un minuto (non di più)
- Tornano da noi per vedere come sta andando la seduta e…
…Trovano la madre che cammina a braccetto con me senza nessuna evidente difficoltà.
Puoi immaginare le facce dei due increduli di fronte a una scena del genere!
Una volta in piedi dico alla signora di appoggiarsi con le mani al fuoristrada che l’ha condotta da me (stile perquisizione di un poliziotto) ed eseguo la stimolazione di altri punti nella zona lombare, bacino e coscia sinistra, Soft Lines, per terminare con i Closing Points sul piede sinistro.
Terapia finita in neanche 10 minuti e il dolore è passato da 10 a 2.
Fisso un appuntamento per un controllo dopo una settimana e saluto i tre increduli con il viso ancora in paresi da stupore.
Non pensare che Touch Balance Technique faccia miracoli o che siano sempre così spettacolari e immediati i benefici dopo pochi minuti di seduta, ma la maggior parte delle volte, specialmente nei dolori forti e acuti, il miglioramento è istantaneo e molto evidente.
Il bello di TBT è che mi permette di manipolare chiunque e in qualsiasi situazione senza temere minimamente di nuocere al paziente nel caso avesse qualcosa di serio (a esempio una frattura), male che vada non cambia nulla.
“Primum non nocere”
(per prima cosa, non nuocere)
Un principio insegnato nelle facoltà di medicina ma che sembra essere ben poco seguito.
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